mercoledì 3 settembre 2008

Il culto, il servizio ed i rapporti col cattolicesimo

Roma 1970

La IX Conferenza della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, esaminati i rapporti dei Circuiti e del Comitato Permanente, constata che diverse comunità, muovendosi lungo le linee indicate dalla VII Conferenza e dal Convegno Pastorale di Ecumene, hanno avviato una profonda riflessione sul senso della loro vita interna e del loro rapporto con il mondo.

In tale quadro si è avviato un processo di rinnovamento del culto, allo scopo di consentire che lo sesso sia espressione più piena dei doni individuali e consapevole partecipazione di tutta la chiesa all’annuncio dell’Evangelo.

Si è altresì ricercata la possibilità di ristrutturare le attività ecclesiastiche tradizionali dando vita a gruppi di servizio più idonei ad esprimere nelle situazioni concrete la vocazione missionaria della Chiesa. Tali gruppi sono espressione della necessità che le comunità non si astraggono dai problemi in cui l’uomo moderno si dibatte e si rendano disponibili per nuoe vie di testimonianza che il Signore indica.

La Conferenza riconosce che tali esperimenti di rinnovamento, pur nella loro limitatezza e fallibilità, costituiscono una esperienza positiva per la vita di tutta la chiesa. Invita, perciò, tutte le comunità ad esaminare le indicazioni che emergono da tali esperienze e incoraggia coloro che già le vivono a proseguire sulla via intrapresa affrontando le eventuali tensioni che derivano con spirito di fraterna carità.

La Conferenza afferma che culto e servizio sono due aspetti predicazione della signoria di Gesù Cristo sul mondo intero in vista del Regno che viene, per cui il rinnovamento del culto non può essere concepito solo come modificazione di forme staccata da un impagno di testimonianza, così come i lavoro dei gruppi di servizio non può prescindere da una sempre rinnovata vita comunitaria.

La Conferenza ha altresì preso atto che alcune comunità vivono a stretto contatto con gruppi del dissenso cattolico.

Alcuni di tali gruppi sembrano guidati nelle loro azioni da un costante riferimento alla Scrittura come unica norma, da cui traggono i principi della salvezza per grazia, del sacerdozio universale e della comunità quali elementi primari in opposizione al concetto gerarchico e sacerdotale.

Partendo da tali premesse, detti gruppi ricercano una nuova impostazione dei rapporti con il prossimo in aderenza alla logica del Regno di Dio.

La Conferenza, pur nella consapevolezza che in atto non sono prevedibili gli ulteriori sviluppi di tale movimento, esprime la propria riconoscenza al Signore per questi segni di rinnovamento, e pertanto invita le comunità metodiste a stringere con simili gruppi legami fraterni, evitando ogni possibile fraintendimento di proselitismo o di strumentalizzazione, per dare vita ad un comune confronto con l’Evangelo.

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